Nella notte di venerdì 26/06 intorno alle 03,00 ignoti si introducevano in una azienda apistica del ginosino, in provincia di Taranto, sottraendo circa 4 q. di miele appena smelato e contenuto in latte.
La fortuna ha voluto che l’apicoltore, insospettito da alcuni rumori che stesse accadendo qualcosa, si precipitasse fuori di casa mettendo in fuga i ladri che abbandonavano nei campi sia la refurtiva che l’auto che stavano utilizzando, risultata successivamente rubata nel Barese.
Da questo avvenimento scaturiscono alcune considerazioni.
La prima è dovuta al fatto che anche il miele estratto è entrato a pieno titolo nel mirino della malavita organizzata con un dispendio di piani e mezzi degni di ben altri crimini.
La seconda , non meno importante, è che tale miele se rubato sarebbe finito in commercio senza alcun tipo di controllo e verifica e mette in risalto il fatto di come sia determinante che il sistema di tracciabilità sia in campo che in commercio sia mantenuto come prevede la legge 852/04 anche per la fornitura dei cosiddetti “piccoli quantitativi” che tanto piccoli non sono se si considera che con 30 arnie porti a casa oltre 1.500 kg. di miele.
Nella nota di chiarimenti che L’assessorato della Sanità ha fatto girare in questo periodo non una parola sulla tracciabilità da parte dei “sotto le trenta” ed a tal proposito invitiamo gli apicoltori a non considerare tale documento come legge in quanto non esiste ad oggi alcuna atto della Giunta Regionale che lo legittimi.
Vanno bene le facilitazioni per i laboratori pur se temporanei, ma la tracciabilità deve essere conservata e solo cosi si potrebbe chiedere al possessore di 4 q. di miele dove, come e quando lo ha prodotto con un controllo della filiera che parte dalla denuncia di possesso degli alveari, controlla gli spostamenti ed arriva al vaso finito.