Questo articolo doveva essere pubblicato un pò di tempo fa ma tra tante vicissitudini è stato accantonato.
Lo mandiamo oggi alla luce dei nuovi "casini" che stanno accadendo nella nostra regione da ormai due anni con spostamenti, arrivi e partenze senza che nessuno ne sappia niente di interi apiari provenienti da diverse regioni italiane (come il caso segnalato di aziende calabresi spostate in Puglia subito dopo il problema Aethina e alla faccia dell'Anagrafe Apistica). Oggi il ritrovamento del coleottero a nord della Calabria ha di fatto chiuso le porte a tutto il territorio regionale aggravando ulteriormente tale problema.
Dove devono andare i nomadisti? Provate ad indovinare.
Ovviamente tutti zitti ed allineati.
Anche a causa dei noti problemi in Calabria anche quest'anno decine di migliaia di alveari appartenenti quasi tutti ad apicoltori professionisti di fuori Regione hanno occupato un gran numero di postazioni ove produrre il miele di agrumi creando non poche difficoltà agli apicoltori locali che in molti casi si sono visti rifiutare il permesso di posizionare i propri alveari perchè già occupati.
Stiamo parlando quasi sempre di piccole aziende Pugliesi che precedentemente avervano già svolto il servizio di impollinazione su colture di mandorli e ciliegi rendendo quindi un gran servigio all'agricoltura Regionale e che nel momento di produrre un po di miele hanno incontrato enormi difficoltà. Ovviamente i nomadisti di fuori regione essendo apicoltori di lunga data hanno già consolidato i rapporti con i proprietari dei terreni e ben difficilmente una piccola azienda riuscirebbe a trovare spazio. Tutto ciò rende più difficile lo sviluppo dell'apicoltura regionale perchè privata della maggior fonte di reddito che è la produzione di miele di agrumi. Quindi, per questa particolarità e debolezza del nostro settore apistico che ne deprime fortemento lo sviluppo è' necessario ed urgente regolamentare e disciplinare tale situazione.
Non si vuole fermare o ostacolare il lavoro di tanti colleghi nomadisti che svolgono, nella maggior parte dei casi, correttamente il proprio lavoro ma nel contempo non si può non conoscere e tener presente le caratteristiche, la storia e le criticità uniche della nostra Regione.
Sarebbe il caso che le altre associazioni, che si definiscono Pugliesi, prendessero una posizione chiara spingendo anch'esse a favore della nostra'apicoltura e delle nostre aziende, decidendo per esempio di non assecondare supinamente le pressioni dei nomadisti-nordisti con cui i hanno contiguità e vicinanza o di spingere nella direzione della valorizzazione del miele regionale con le varie iniziative già in corso piuttosto che favorire grandi gruppi confezionatori del nord ...ecc. (ma da che parte stanno?) . Il costituendo Osservatorio Regionale sarà il banco di prova nel quale le singole Associazioni potranno dire da che parte stanno e dare finalmente una parola chiara sulla propria politica apistica per la Regione Puglia anche a tal proposito .