Questo articolo è più una curiosità ma non potevamo non sorprenderci quando, da una semplice ricerca da inserire nella relazione persentata al Convegno del 27/02/17 presso L'Aula Magna della Facoltà di Veterinaria "Il miele Pugliese", si è scoperto che da una conta delle associazioni di apicoltori presenti in Puglia ne sono saltate fuori ben 10 (più o meno attive).
1)Apicoltori Pugliesi Apis-Soci apicoltori Pugliesi-2)Associazione apistica Salentina-3)Arap associazione regionale apicoltori pugliesi-4)Aba associazione barese apicoltori-5)Apai associazione interprovinciale apicoltori pugliesi-6)Associazione apicoltori brindisini-7)Associazione amici delle api-8)Apac associazione apicoltori di capitanata-9)Apa associazione pugliese apicoltori-10)Pugliaapi associazione regionale apicoltori (e crediamo che non siano finite perche abbiamo saputo di altre situazioni da appurare in salento ed a Barletta)
Bene, anzi male la Puglia è ultima in Italia in tutti i fondamentali del settore(malgrado 20 anni di contribuzioni della U.E. e dello Stato che per la sola annualità 2017 ha assegnato alla Regione Puglia 100.000€), rapporto alveari/superficie, rapporto popolazione /apicoltori, rapporto venduto interno/prodotto locale, rapporto apicoltori convenzionali/apicoltori bio, rapporto fatturato totale /fatturato interno ecc. ma puo' vantare questo ridicolo primato.
Il più alto numero di associazioni in rapporto agli operatori regionali di tutta Italia.
Evviva la rappresentanza culla di tutte le democrazie ma forse in Puglia siamo troppo, troppo democratici con il rischio reale che questa miriade di associazioni altro non siano espressioni di autoreferenzialità, finendo con il rappresentare solo se stessi o ciò che è peggio, soggetti completamente estranei alla vita apistica regionale, in una frammentazione il cui risultato è zero incisività nella politica apistica regionale e producendo tanta aria fritta (e forse neanche quella).
Nel contempo, mentre tutte queste associazioni svolgono i loro misteriosi compiti a favore dell'apicoltura regionale, segnaliamo che:
-siamo letteralmente invasi da oltre 25.000 (ho detto venticiquemila) alveari di fuori regione creando di fatto enormi problemi alle aziende pugliesi che non sanno dove posizionare i propri alveari
- che la commissione apistica regionale,che sarebbe potuta intervenire e gestire al meglio, se istituita, anche i questa annosa faccenda, a ben tre anni dalle legge che ne prevedeva l'istituzione, è cosa morta
- che oggi ad un intero comparto dell'apicoltura regionale Pugliese (sciami e pacchi di api), con i recenti provvedimenti del Ministero della Salute, viene impedito di lavorare rischiando di mettere sul lastrico decine di famiglie con figli e senza che alcuna associazione nazionale Unaapi-Fai-Anai nè, e questo è ancora peggio, delle cosidette "regionali Pugliesi" ci risulti ad oggi abbiano fatto niente per aiutare tali colleghi.
Noi, per ciò che possiamo, abbiamo chiesto un incontro con rappresentanti delle istituzioni Regionali per esporre tali problematiche sperando di individuare una strada che porti a dare un aiuto a questo pezzo di apicoltura PUGLIESE E MERIDIONALE.